Secondo la fisica contemporanea il nostro Universo è in espansione, almeno questa è la teoria più affermata, vi sono modelli che descrivono un Universo oscillante che si espande per milioni di anni e poi si contrae fino a quando la sua massa totale è concentrata in una piccola sfera di materia e quindi si espande nuovamente e così via, una sorta di pulsare cosmico, di respiro cosmico. Questa idea era già presente nella Cosmologia Induista, secondo la quale l’Universo si contrae e si espande ritmicamente, al ritmo di miliardi di anni e questi cicli vengono chiamati i respiri di Brahman ( Brahma il Dio creatore). Quindi il tempo nella conoscenza Yoga è scandito da ripetizioni cicliche( Kalpa Yuga) di ere in ere non misurabili con il nostro metro di misura del Tempo. L’epoca in cui viviamo si chiama Kaliyuga, epoca della discordia e dell’ipocrisia, della decadenza e dei conflitti, periodo in cui l’uomo crea complicazioni per l’esistenza stessa del genere umano e del Cosmo. Per la conoscenza dello Yoga tutto quindi è in continuo cambiamento in un ciclo di ripetizioni cosmiche, questo lo possiamo osservare nella natura, nel succedersi delle stagioni e nell’essere umano che come il cosmo cambia continuamente. Che cosa ci insegna la saggezza dello Yoga? Ci insegna che per andare incontro al cambiamento bisogna prendere le distanze mentali e fisiche da tutto quello che abbiamo vissuto, ed è molto difficile perchè la vita è un intrico di attaccamenti alle cose materiali e agli affetti. Prendere distacco dalle cose materiali è più semplice rispetto agli affetti, iniziamo a liberarci dai ricordi ( la sedia vecchia della nonna, i ricordi di viaggi, le fotografie dei defunti) così faciliteremo questo distacco. Per quanto riguarda gli affetti invece il percorso è molto lungo e difficile, ma il periodo che abbiamo appena vissuto di quarantena per il virus pandemico ci ha aiutato molto a riflettere su questo aspetto. Siamo stati costretti a mantenere le distanze dai nostri affetti, abbiamo imparato a prenderle queste distanze, ad apprezzare il silenzio, abbiamo gioito delle piccole e semplici cose ridimensionando la nostra vita e dando valore alla semplicità. Questo è lo stato migliore per aiutare il Cosmo, che si è pulito nella materia e nei pensieri. Abbiamo imparato che per aiutare il mondo e quindi noi stessi, non dobbiamo rincorrere i viaggi, la folla, inquinare i mari e i cieli, muoverci sempre e ovunque, anzi se facciamo una vita più ritirata, nel rispetto dei ritmi della natura e quindi più adatta a noi, se rinunciamo con gioia e altruismo, il nostro egoismo personale diminuisce, migliorando così noi stessi e tutto quello che ci circonda.