MAHARISHI PATANJALI cioè ” MAHAT” che significa grande e ” RSI” che vuol dire santo, veggente, è considerato colui che ha dato origine alla diffusione semplificata dello yoga. La sua esistenza è avvolta di leggenda, mito e storia , anche il periodo stesso della sua esistenza è difficile da collocare. Un’ antica biografia racconta che sua madre, Gonnika, aveva pregato con passione il dio Vishnu, signore dell’universo, di concederle la gioia di un figlio e Vishnu commosso dalle preghiere di Gonnika chiese ad Ananta (serpente cosmico e suo servitore) di scendere sulla terra per aiutarla, il quale mise nelle mani della donna un frammento del suo corpo celestiale, che Gonnika custodì con attenzione, finchè non apparve un bambino dal frammento, chiamato PATANJALI ( Pat=sceso dal Paradiso e anjali= posizione della preghiera). I Sutra di Patanjali (aforismi) sono semplificazione e evoluzione; suddivisi in otto rami o vie, conoscenze sono un lavoro di compilazione e riformulazione di insegnamenti preistorici. Patanjiali ne curò la riesposizione, il significato della parola SUTRA è FILO, un sutra è il filo conduttore di un’esposizione essenziale poichè furono composti per essere memorizzati dai saggi, che con la loro elaborazione li avrebbero ampliati a beneficio degli allievi, ed è ancora così; possono essere capiti solo attraverso l’eleborazione del maestro che aprirà la via della conoscenza. Nessuna altra opera prima e dopo di questa è apparsa altrettanto preziosa e illuminante per la conoscenza di cosa sia lo Yoga, quale gli scopi e i metodi, le possibilità che offre. Di volta in volta lo Yoga è stato definito dai suoi vari studiosi una filosofia, una religione, un modo di vita, uno stato d’essere e perfino un solo esercizio fisico; in realtà lo Yoga non può essere definito con termini comuni a noi occidentali dato che è SCIENZA DELLA VITA e deve essere praticato per comprendere la sua natura, la sua essenza.
LA CALMA INDUSTURBATA DELLA MENTE SI OTTIENE
COLTIVANDO AMICIZIA
PER COLUI CHE E’ FELICE,
COMPASSIONE PER COLUI CHE E’ INFELICE
GIOIA PER COLUI CHE E’ VIRTUOSO
E INDIFFERENZA PER COLUI CHE E’ MALVAGIO.
Patanjali sutra 33