La meditazione della Trasformazione: il gusto

 

Pur mangiando diverse volte al giorno, la maggior parte di noi non si concentra sui sapori, gli odori e le sensazioni legate al cibo…distratti dall’ambiente, dalla televisione, dalle chiacchere e rumori di ogni tipo lasciamo vagare le nostre menti fra le questioni familiari e lavorative, oppure consumiamo il pasto il più velocemente possibile. Tutto questo porta ad uno  squilibrio di energia nella digestione con conseguenti problemi….acidità, ulcere…. e altro, legati all’assorbimento del cibo. Questa energia ha il compito di digerire, assimilare e trasformare tutto ciò che entra: ALIMENTI, PENSIERI, IDEE. Senza questa conversione il corpo, la mente, le emozioni sono incapaci di assorbire il nutrimento essenziale.  L’atto di mangiare deve diventare una forma meditativa, una pratica spirituale. Il rito del pasto è presente in molte religioni (Eucarestia nel Cristianesimo, il Prasad nell’Induismo) che trasforma il cibo in essenza Divina. Questo dovremmo fare, mangiare per vivere una vita Divina. Nella BHAGAVADGITA è scritto : ” Il mangiare è un processo divino: il cibo stesso è Divino; la persona che mangia è Divina perciò mangiare è il processo attraverso il quale chi mangia fa un’offerta sacra al Divino. E il fuoco che l’offerente consuma (digestione) è anch’esso Divino. Così, vedendo il Divino in atto ovunque, si raggiunge quello stato Divino.”

Come fare per praticare la meditazione sul gusto?. Scegliere un momento della giornata in cui potete assaporare il cibo in silenzio. Preparare due piccole porzioni di frutta diverse tra loro (mele e pere o fragole, banana….) ad occhi chiusi assaporare un solo tipo di frutta masticando per trenta volte il boccone fino alla deglutizione, annotando mentalmente le sensazioni.. poi ripetere con l’altro tipo di frutta, al termine dedicare alcuni momenti all’ascolto dell’apparato digerente……fare un respiro profondo e riprendere le vostre attività. Ripetendo spesso questo esercizio meditativo (anche cambiando gli alimenti) allenterete le tensioni che si accumulano nell’apparato gastro- intestinale.