La Bhagavad Gita è una narrazione sacra che descrive lo scontro fra le forze del bene e del male rappresentate dal Clan Pandava (il bene, la giusta azione, il rispetto per le leggi della natura) guidato da Arjuna e i Kaurava, con a capo Durydhana, in cui vi è sopraffazione e consapevolezza limitata. La storia inizia con lo scontro finale dei due clan: il Bene e il Male.
Tutte e due chiedono aiuto a Krishna (la consapevolezza illimitata) il quale ad entrambi dà la possibilità di ottenere l’uso del suo esercito o un suo personale intervento. Durydhana sceglie l’esecito, mentre Arjuna chiede l’aiuto di Krisna, ma sul campo di battaglia Arjuna è preso da sconforto e confusione, non vuole combattere contro i suoi parenti; Krishna trasmette ad Arjuna l’insegnamento dello Yoga, spiegando che il bene e il male, il guadagno e la perdita o il piacere e la sofferenza sono due facce della stessa medaglia e che noi esseri umani dobbiamo oltrepassare la dualità e trovare l’equilibrio tra le due spinte. E’ solo allora che Arjuna può riprendere il combattimento per ottenere l’equilibrio tra le forze della natura. Krishna dice: “VAI AL DI LA’ DEL BENE E DEL MALE ENTRA NEL REGNO DELLO YOGA, DOVE OGNI DUALISMO TROVA LA SUA UNITA’ DOPO ESSERTI FISSATO NELL’UNITA’ ESEGUI LE AZIONI DEL DHARMA”. Questo insegna lo yoga, renderci consapevoli dello scambio continuo tra vita e cosmo, combinando la legge dell’intenzione e del desiderio con quella del distacco, lo yoga dimostra che si ottiene un grande risultato se nell’esecuzione di ogni asana (posizione) impariamo a lasciarci andare invece di costringere il corpo con la forza, ribaltiamo così i risultati, più vi è distenzione più si ottengono flessibilità e resistenza. Qualunque sia il motivo per cui pratichiamo lo yoga avremo del benessere generale in tutti i settori dell’esistenza, non perdiamo l’occasione di provare.