Francesco tornato da poco dalla Palestina, volendo rievocare la Natività nel paese di Greccio, tanto simile a Betlemme e ottenuto il permesso dal Papa, organizza la rappresentazione della nascita di Gesù. Ed ecco a voi la rappresentazione nel modo descritto dal cronista dell’epoca: ” si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l’asino, si onora la semplicità, si esalta la povertà, si loda l’umiltà e Greccio si trasforma in una Betlemme. I frati si radunano, la popolazione accorre, il bosco risuona di voci e la notte risplende di luci armoniose. L’uomo di Dio, Francesco, davanti alla mangiatoia, pieno di pianto, bagnato di lacrime, traboccante di gioia. Il rito solenne della Messa vine celebrato sopra la mangiatoia e Francesco canta il Vangelo, poi predica e racconta la nascita del Re povero che chiama Bimbo di Betlemme. Un cavaliere ormai redento, lasciate le armi, pio e legato al santo da grande devozione, vede apparire un bimbo nella mangiatoia che Francesco prende tra le sue brasccia e culla con amore.”
Tutto questo è nel dipinto di Giotto che possiamo vedere nella Basilica di Assisi.