Nella parte dello yoga che si occupa della Meditazione, il Raja Yoga, si usano anche i simboli, il labirinto è uno di questi. Il labirinto essendo un simbolo universale, cioè che ha lo stesso significato per tutte le culture del mondo in ogni epoca, è stato utilizzato come altri simboli nello sviluppo di tecniche che migliorano le capacità mentali.
Gli aspetti del mondo umano, materiale e spirituale, erano espressi nelle antiche civiltà in termini di Archetipi: l’Eroe, la Dea, i Messaggeri, le Ombre, i Demoni, gli Angeli ecc..Uno dei miti della nostra cultura, narra di Teseo, eroe Ateniese, uccisore del Minotauro, creatura con il corpo di uomo e la testa di toro, imprigionato nel labirinto di Minosse, a Creta, al quale il re Cretese sacrificava giovani ateniesi. Il Minotauro che rappresenta gli istinti dell’uomo più materiale era imprigionato in un dedalo, un’intreccio oscuro di corridoi di continue svolte e di uscite bloccate, attraverso l’uccisione delle parti più brutali( cioè del Minotauro) si purifica la mente. La vita o meglio come la nostra mente si rapporta alla vita, è rappresentata dal labirinto di cui l’uomo deve possedere una mappa per raggiungere il suo centro e migliorarsi, è questo che propone la meditazione, una mappa per raggiungere il centro. Le rappresentazioni del Labirinto sia esso sulla carta o in natura, sono formate da innumerevoli spirali che hanno lo scopo di ingannare chi li percorre; sono composti da un’entrata, da sentieri tortuosi delineati da pareti e da un centro. Per usufruire al meglio del Labirinto, l’uomo deve esercitare sia le sue capacità analitiche (emisfero cerebrale sinistro) sia la creatività (emisfero destro). Possiamo veramente considerare avventuroso il percorso che bisogna intraprendere per arrivare al centro del labirinto, perchè è nel centro che si trova il “tesoro” che cerchiamo per migliorarci.